Storie di moto: "…alba fresca..."

AlbaInMoto

Il Coordinamento Italiano Motociclisti nasce per tutelare i motociclisti per l'appunto, ma a volte ci si dimentica di quanto sia appagante l'andare in moto. E' bello quindi, di tanto in tanto trasmettere le sensazioni di qualche motociclista praticante.

Ecco quindi una "storia breve di moto" che ci manda Davide.

Alba fresca.

.. il collega con cui dividiamo le macchine oggi è in ferie, la mia macchina ha l'assicurazione scaduta, prendere quella di Esmi lasciandola appiedata non se ne parla... e la giornata si annuncia tersa e solare.

Una congiura, direi.

Quando apro la porta del box i ragni manco si spostano dalla sella.

Prendo dalla sacca della moto i guanti estivi, chissà dove sono finiti quelli invernali.

L'ultimo trasloco ha colpito duro...

La spingo fuori, i ragni protestano con i forconi, ne schiaccio un paio poi mi ricordo che schiacciare i ragni porta la pioggia... cerco di blandire gli altri con promesse tipo "dai, ve la riporto stasera e non la tocco fino a Pasqua" (promessa che spero di non mantenere).

Innesto il GPS-contakm, litigo il giusto con il cavetto, alla fine l'aggeggio trova quella mezza dozzina di satelliti e mi dice che sono le 7:02 precise.

E che devo fare benzina me lo dico io....

Il casco mi entra un po' stretto, la giacca che nel 1991 mi vestiva larga ora mi pare infagottarmi un po'... si sarà ristretta nel tempo...

BRUMMMMMMMMM.......... però :)

La stradetta sterrata mi restituisce una sensazione di fantozziana agilità, poi mi rendo conto che l'asfalto è iniziato... e che magari un'occhiatina alla pressione delle gomme ci poteva pure stare, dopo non so più manco quanti mesi nel box. Il cielo rischiara di minuto in minuto e quando arrivo di sotto nella piana già la luce del faro non si apprezza più, in compenso le montagne verso est paiono scoppiare di luce.

Sul lato opposto il Golfo ancora riluce dei riflessi della più pazza Città del mondo, adagiata sorniona sulle colline che collegano due vulcani tra i più pericolosi del Pianeta. Rifornimento, niente controllo alla pressione ruote, riparto verso il "mostro", la superstrada più pericolosa dell'intera provincia di Napoli e forse della Campania. La chiamano SS268 "del Vesuvio", forse intendendo che aspettano che il vulcano la cancelli dalla faccia della Terra... chissà...

Mentre caracollo tranquillo sotto i 100 il cono del Vesuvio s'illumina d'improvviso colpito dai primissimi raggi di sole che ne esaltano con il colore caldo il rossiccio naturale della lava recente, stagliandosi contro il cielo in contrasto netto e pazzesco col sottostante ciglio della caldera del Monte Somma, scura di alberi ed ancora immersa nella parziale oscurità.

Lo stacco dei piani è incredibile e quei dieci-venti secondi sono qualcosa di fotograficamente spettacolare. Freneticamente tengo d'occhio strada, specchietto retrovisore e Spettacolo della Natura, poi il Sole si alza illuminando l'intera Montagna contro il cielo azzurro intenso.

Bellissimo, ma la magia è finita, buongiorno mondo.

Coda, traffico e casino non riescono a cancellare dalla mente la fugace immagine, mentre l'asfalto scorre sminchiato sotto le ruote sgonfie, le automobili attorno continuano le loro manovre inconsulte e pericolosissime, le dita si gelano in un crescendo di sensazioni antiche e nuove, fino al cancello che m'inghiotte nella sua terrificante kafkiana quotidianità.

I primi tre caffè della macchinetta manco li avverto, poi non c'è più nulla di bello da raccontare.

Ma tra un po' sono le 17... :)

Davide

Il Coordinamento Italiano Motociclisti ringrazia!
Se avete altre "storie di moto", inviatecele!!!