Anche ANCMA si accorge del problema pedaggi

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Era il Luglio del 2012 quando scrivemmo una lettera alla Società Autostrade, per chiedere una ennesima volta una riduzione dei pedaggi autostradali per le motociclette. E' da quando è stato introdotto il sistema di tariffazione assi-sagoma (1990) che i motoveicoli pagano come le autovetture, ed è dalla nascita del CM che richiediamo che vengano riconosciute tariffe diverse per i motoveicoli.

Recentemente anche ANCMA si è unita alla protesta, e nell'articolo che appare sul sito dell'ANSA si può leggere una dichiarazione del presidente dell'ANCMA, Corrado Capelli: ''Da tempo chiediamo che le tariffe di auto e moto vengano diversificate. Mettere sullo stesso piano veicoli che contribuiscono in modo ben diverso ai costi sostenuti dai gestori per la manutenzione della rete e' iniquo. Sulle autostrade A8 e A9 e' riconosciuto uno sconto del 70% alle auto che ospitano a bordo almeno quattro passeggeri: un analogo meccanismo potrebbe essere applicato ai veicoli a due ruote''.

Ci stiamo rendendo conto che in alcune battaglie troviamo da parte di ANCMA una condivisione di obiettivi, la cosa ci fa piacere ma non ci meraviglia.

Infatti uno dei pieghevoli che distribuiamo ricorda che la battaglia per i diritti dei motociclisti coinvolge anche gli operatori di settore. Il fine ultimo dei nostri obiettivi è quello di rendere più facile per i motociclisti vivere la loro passione. Per questo motivo siamo impegnati sia nella sicurezza, con le richieste di utilizzo di guard rail a misura di motociclista, e in tutte le situazioni in cui vengono fatti gravare sui motociclisti dei costi elevati, con le motivazioni più assurde.

Si parte da costi già esistenti e che sono in continuo aumento: polizze assicurative, pedaggi autostradali, pedaggi per l'ingresso dei motoveicoli nelle aree ZTL. Si arriva poi a protestare per le proposte di aggiungere altri costi: pedaggi sulle strade di montagna, proposte per passare la revisione periodica su base annua, proposte per rendere obbligatori determinati capi di abbigliamento tecnico.

Un insieme di costi che rendono l'utilizzo di un motoveicolo sempre più costoso, al punto di scoraggiarne l'utilizzo. E tutto questo si ripercuote anche sugli operatori di settore, dato che se non ci sono motociclisti, non ci sono clienti per questa categoria di esercenti.

Il fatto che l'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori si stia interessando alle stesse problematiche che stiamo seguendo da oltre vent'anni fa capire il livello della crisi, e fa anche capire che forse, finalmente, non siamo più gli unici (perchè fino ad ora siamo stati gli unici che lo hanno fatto) che hanno un interesse a tutelare i motociclisti e la possibilità che gli stessi possano vivere la loro passione senza dovere sostenere costi improponibili.

Ci piacerebbe quindi potere collaborare con ANCMA anche sulle altre situazioni che gravano sugli utilizzatori di motoveicoli, e che stanno rendendo sempre più difficile e costoso utilizzare un motoveicolo. Magari in questo modo si potrebbero evitare risposte come quelle che abbiamo ricevuto dalla Soc. Autostrade, quando abbiamo fatto richiesta di una riduzione dei costi del pedaggio per i motoveicoli, considerando che lo stavano già facendo per il car pooling.

Risposta che non brilla per coerenza, dato che si appellano al fatto che le tariffe sono stabilite dallo Stato, quindi loro non posso farci nulla. Però quando si tratta di richiedere aumenti, sono bravissimi nel sapere tutelare i loro interessi.

Indubbiamente ANCMA ha una struttura ben diversa della nostra, ma la nostra associazione ha una esperienza maturata in vent'anni di lotte per la tutela dei diritti dei motociclisti che ci farebbe piacere mettere a disposizione. Ora sta ad ANCMA scegliere se farne tesoro.

Noi possiamo solo aggiungere che soltanto restando uniti potremo difendere i nostri diritti.

Marco Polli
Presidente del Coordinamento Italiano Motociclisti