Un solo cattivo esempio si nota più di mille esempi virtuosi!

MinettiInAction

Lo scorso anno ha fatto il giro della “rete” una serie di immagini che avevano come protagonista la ex consigliera della Regione Lombardia Nicole Minetti in atti “motociclistici”: in fattispecie riportiamo le due foto più incriminate, prima a bordo come passeggera con autista senza casco (noi possiamo…) ed abbigliamento come passeggera consono alle norme di protezione, e nell’altra intenta a seguire l’iter per la patente “A” sempre con abbigliamento assolutamente adeguato.

Ricordiamo (l’italiano ha poca memoria) che proprio in Regione Lombardia ci fu lo scandalo delle patenti fasulle (in realtà è pratica “nazionale” e le Regioni coinvolte sono parecchie…a seconda della stagione politica) che costò pene fino a cinque anni per nove funzionari con compiti di esaminatori della Motorizzazione Civile di Milano e Monza.

Al di là dell’episodio di “gossip” che riguarda il soggetto, il ragionamento che ci preme esternare è quello relativo al titolo di questo articolo: basta un solo (o pochi) cattivo esempio per dimenticare i mille esempi virtuosi….

E così è per noi motociclisti! E’ facile constatare in molta cronaca locale come, con il varo della stagione estiva, si sciupino le lettere di protesta di cittadini residenti in comuni attraversati da strade provinciali che nei fine settimana vengono scambiate da molti utenti delle due ruote ed un motore in “piste” del Tourist Trophy dell’Isle of Man!

Cosa hanno fatto di male questi poveretti che abitano in borghi ridenti su strade sovente moto belle, turistiche per l’appunto, con panorami bellissimi per meritarsi queste “rasoiate” di specchietti e assordanti rumori di marmitte aperte?

Quello che è certo è che il loro GIUSTO malumore e relativa protesta viene esternato CONTRO i “motociclisti” in generale senza distinguer chi ha comportamenti ETICI da chi non li ha e ciò butta discredito su TUTTA la categoria, inevitabilmente!

Ovvio, scrivere anche noi ai giornali locali per precisare questo e SPIEGARE che c’è “motociclista” e “motociclista” è cosa buona e giusta, ma non dimentichiamoci che la replica potrebbe essere (con ragione), “beh….se voi motociclisti pecore bianche avete nel vostro gregge delle pecore nere perché non fate nulla per isolarle e buttarle fuori dallo stesso?”

Ed è qui che emergono le nostre colpe: troppo spesso guardiamo dall’altra parte quando vediamo comportamenti scorretti di “colleghi” della nostra categoria e non comprendiamo che così facendo facciamo male a noi stessi, troppo spesso non ESALTIAMO i BUONI ESEMPI della categoria, ma sottolineiamo i pessimi quasi a dimostrarne un esempio di “virtuosità” nelle loro acrobazie festive.

I grandi cambiamenti non li fanno le “leggi” o le “norme” calate dall'alto da palazzi distanti dalla realtà di tutti i giorni, ma l’educazione che parte dal basso, quella della “pratica” quotidiana: parcheggiare la propria due ruote ed un motore su una zona finalizzata ad handicappati non ci fa apparire come persone intelligenti e sensibili, e non aiuta la categoria a migliorare la propria immagine, come passare ai 100 all’ora in un piccolo paesino di montagna con strada stretta e negozi affacciati sula stessa…

Chiediamo a TUTTI uno sforzo in questo senso, in primis al giornalismo di settore che già ha fatto molto sul discorso “sicurezza”, ma non è solo indossando l’airbag per motociclisti che può “cambiare” la nostra pessima immagine.

I “motociclisti sono cambiati”? Cambiamo i motociclisti……. IN MEGLIO, però!!

Coordinamento Italiano Motociclisti
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