Siamo in guerra, è vero…ma..

SiamoInGuerra

Il clamore per l’attentato alla redazione di un giornale satirico a Parigi è ormai calato ed è giusto fare alcune riflessioni: molto si è detto (forse anche troppo), e come sempre su questi fatti, nell’immediato, prevale l’emozione, il sentimento più che la ragione.

Tra le tante frasi una che colpisce è quella che ha dichiarato che “siamo in guerra….” ed è il neo auto-dichiaratosi "stato islamico" il nemico identificato come tale.

Senza togliere nulla alla gravità del fatto, senza togliere nulla agli alterati equilibri internazionali che, dopo la caduta del muro, hanno cercato e trovato nuovi nemici contro cui compattare il sentimento popolar-nazionale, rimangono i dati dei numeri di UNA GUERRA che dura da ben prima, quelli che ci toccano QUI, quelli che pesano ben più di quelli degli ultimi fatti francesi.

Sono 3.385 i morti di questa guerra, ben 257.421 i feriti e ci riferiamo ai SOLI dati del 2013, in attesa di quelli dell’anno appena archiviato, ma se dobbiamo fare la somma degli ultimi anni le cifre sono spaventose: questa guerra ha ucciso donne, bambini, giovani speranze delle nostre migliori generazioni ed i numeri complessivi superano le centinaia di migliaia, dati che anno dopo anno si sommano inesorabilmente.

E’ una guerra che si combatte per strada, dentro e fuori le nostre città, che coinvolge chiunque esca di casa indipendentemente da età, sesso, religione, altezza, peso, colore di razza, etc…

Molti piangono i propri morti, molti si indignano, molti urlano di rabbia per non aver colpito i colpevoli nel modo corretto, molti vorrebbero che le cose cambino, ma non succede nulla e le stanze del potere sono sorde a questa guerra, ci si trova ad essere impotenti, tutti noi vivi inutilmente sconfitti, una guerra che stiamo forse già perdendo?

I dati esposti sono quelli dell’ISTAT e si riferiscono ai morti ed ai feriti per incidenti stradale nel 2013; i motocicli rappresentano la categoria di veicolo più a rischio dove l’indice di mortalità è pari a 1,68 morti per 100 veicoli coinvolti a cui seguono biciclette (1,41) e ciclomotori (0,84).

I terroristi che sovente agiscono più e più volte lo fanno indisturbati: il reato di “omicidio stradale” rimane nel cassetto di una “casta” che è protetta di suo e sulla strada passa indisturbata nei propri SUV con lampeggianti blu, distanti dalle miserie di chi ha perso un bambino per un’auto pirata dell’ennesimo ubriaco a cui era “già stata ritirata la patente almeno tre volte per ubriachezza….”.

A questa guerra possiamo solo rispondere con intelligenza: inutile indignarsi, inutili le marce oceaniche, inutile rispondere con la satira, possiamo solo individuare i responsabili ed isolarli.

Ed allora guardiamoci allo specchietto, in auto, quando usiamo il cellulare mentre siamo alla guida o stiamo inviando un SMS, perché un POTENZIALE killer, in quel momento siamo noi: ah, ma a noi non può succedere, per noi la legge è “diversa”, non si applica, sono sempre gli ALTRI i colpevoli, di qualsiasi religione o razza siano….GLI ALTRI, sempre gli altri.

Ma quando passiamo ai 100 all’ora con la nostra marmitta senza DB killer in un piccolo paesino, trionfi della nostra velocità da Superman, beh…sappiatelo, per altre nazioni dove le leggi si applicano quando ci sono, verremmo classificati come “pirati della strada” e saremmo condannati all’ergastolo della patente, cioè MAI più abilitati alla guida di qualsiasi mezzo sulla strada.

Perché auto e moto sono ARMI che se nelle mani di chi non le sa usare, UCCIDONO e fanno le vittime che abbiamo indicato; la differenza su quei dati la possiamo fare noi per quello che possiamo fare, elevando la nostra prudenza, prevenendo comportamenti idioti sulla strada.

E’ una guerra, una guerra che dura da decenni e non è vero “che non si può fare qualcosa”… iniziamo a prendere coscienza che usare una motocicletta richiede COSCIENZA ed INTELLIGENZA più che qualsiasi altro mezzo, e cerchiamo di tornare SEMPRE a casa, ma non da reduci, bensì con la visione di chi combatte NON per la GUERRA, ma per la PACE.

Vorremmo leggere numeri diversi per i dati del 2014, i numeri di una guerra che o prima o dopo possa vedere la fine!  Noi non sappiamo se siamo "Charlie", ma sappiamo che siamo MOTOCICLISTI. Da sempre. E vorremmo continuare ad ESSERLO!

Coordinamento Italiano Motociclisti
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