Viaggio nei pedaggi in Europa

Pedaggi autostradali

Il pedaggio è una imposta che l’utente del servizio paga al gestore (pubblico o privato) per l’uso di una infrastruttura stradale (oppure un tunnel o un ponte particolarmente lungo e complesso), generalmente calcolata in base ai chilometri percorsi e al tipo di veicolo.

Ma può essere anche una tariffa forfettaria che si paga una volta l’anno, o una volta al mese senza limiti di percorrenza.

 Gli aumenti annuali vengono richiesti dalle concessionarie sulla base di 2 elementi : per compensare il 70% dell’aumento dell’inflazione nell’anno pregresso; e per finanziare il piano di investimenti per la manutenzione, l’ammodernamento della rete (soprattutto in sicurezza) e l’ampliamento della stessa con la costruzione, ad esempio della terza corsia in alcuni tratti, di nuovi raccordi, dell’installazione di barriere antirumore e altre opere di miglioria. 

La valutazione della congruenza fra l’aumento chiesto dalle concessionarie e gli investimenti effettuati dalle stesse per l’ammodernamento della rete viene svolta dall’ANAS che ha poteri di vigilanza e controllo sulle concessionarie e ha gli strumenti e l’expertise per farla : questa prepara una relazione tecnica e la sottopone al Ministro competente, a cui spetta la decisione finale.

Questa è la prassi in Italia, ma negli altri paesi europei come ci si comporta ? In modo non molto difforme dall’Italia. Certo in alcuni paesi europei ci sono delle diversità di atteggiamento per quanto riguarda il pedaggio. Ad esempio in Svizzera – che viene additata ad esempio di buona amministrazione anche per quanto riguarda la gestione autostradale – si compra un bollino (che si chiama” vignetta”) che costa 40 Franchi svizzeri (poco più di 30 Euro), lo si espone sull’auto e si può viaggiare per tutto l’anno su tutte le autostrade del paese con percorrenza illimitata. 

Infatti in Svizzera non ci sono barriere, caselli autostradali e neanche apparecchiature elettroniche per il pagamento del pedaggio. Il controllo viene fatto dalla polizia e se qualcuno viene trovato sprovvisto della “vignetta” o essa è stata manipolata, le multe sono “salate” E’ un caso a se, per un paese piccolo e ricco che finanzia le infrastrutture attraverso la fiscalità generale. 

Un caso simile è anche la Germania in cui le autostrade sono “aperte” senza barriere e caselli e tutti i mezzi di trasporto inferiori a 3,5 tonnellate non pagano nessun pedaggio nei circa 12 mila Km di autostrade. 

Dal 2005 è stato introdotto un pedaggio speciale (molto pesante) per i camion e i TIR pari o superiori a 12 tonnellate, che viene riscosso da una società privata attraverso un transponder montato sui veicoli e sensori installati lungo le autostrade (un sistema simile al Telepass in Italia). 

Dal pedaggio dei soli mezzi pesanti lo Stato tedesco ha ricavato nel 2010 4.484 milioni di Euro mentre per l’Italia i ricavi delle 23 società che gestiscono i 5.689 Km di autostrade in concessione sono stati 4.835 milioni di Euro. 

La Germania ha optato di far ricadere in gran parte i costi degli investimenti nelle infrastrutture proprio sugli autotrasportatori, sui mezzi pesanti, su chi utilizza materialmente l’infrastruttura e provoca inquinamento e danneggiamenti maggiori.

L’Austria è un caso che sta a metà strada fra il pagamento forfettario e il pagamento a pedaggio, le cui tariffe colpiscono soprattutto i mezzi pesanti. La società che gestisce i 2.200 km di autostrade austriache la ASFINAG è una società a capitale pubblico che riscuote le entrate dei pedaggi e gestisce, fornisce servizi e costruisce nuovi tratti autostradali con il ricavato del pedaggio. 

I pedaggi per le auto private e le moto possono essere pagati acquistando un bollino (“vignetta”), settimanale, mensile o annuale. Esso vale per tutta la rete ad eccezione di quella a “pedaggio speciale”. 

Questa riguarda tunnel , ponti particolari e tratti autostradali, fra cui l’autostrada A13 del Brennero, in cui si paga in base ai km percorsi. Ma tutti i veicoli che hanno un peso superiore a 3,5 tonn. pagano un pedaggio sulla base dei km percorsi, che aumenta in rapporto alla categoria di emissione dei CO2, penalizzando quelli più inquinanti. Il pagamento del pedaggio si effettua sulla base di un sistema interamente elettronico. Gli abbonati al sistema di tele-pedaggio sono in Austria 344 mila, mentre in Italia gli abbonati al Telepass sono 7 milioni e 600 mila, un record assoluto in Europa.

In Francia, Spagna e Portogallo il sistema è molto simile a quello italiano. Le autostrade sono “chiuse” con barriere di entrata e di uscita, in cui si paga, con vari sistemi, il pedaggio in base alla distanza percorsa. La Francia detiene il record in Europa per gli introiti derivanti dal pedaggio che sono stati nel 2010 di 7.755,6 milioni di Euro a fronte dei 4.835,9 dell’Italia (per le sole autostrade in concessione). Considerati che i veicoli circolanti nei due paesi sono grosso modo di eguale entità questo significa che le tariffe in Franca sono più alte che in Italia.

In Spagna la situazione è leggermente diversa in quanto lo sviluppo della rete autostradale è più recente e la Spagna ha utilizzato molto i fondi europei per costruire la sua rete e per questo, soprattutto nelle regioni meno sviluppate, il suo utilizzo era gratuito. Si è creata una situazione “dualistica” per cui andare da Barcellona a Valencia costava all’utente 35 euro mentre andare da Madrid a Valencia non costava nulla, pur essendo la distanza uguale. Il governo ha dovuto faticare molto per estendere l’area delle autopistas a pedaggio, di fronte alla comprensibile resistenza delle popolazioni e delle comunità che non avevano mai pagato. 

Vi è stato un lungo dibattito in cui l’argomento centrale è stato che la formula più giusta per finanziare le autostrade è far pagare il pedaggio a chi le usa e non al contribuente in generale. In questo modo si liberano risorse che lo Stato può impiegare per finalità sociali più urgenti. Si è perciò cominciato con tariffe basse per coloro che usufruivano dell’infrastruttura gratuitamente e riducendo gradualmente le tariffe di coloro che avevano sempre pagato per arrivare a una uniformità. La formula ha funzionato tant’è che le tariffe sono più basse per tutti e il volume di traffico sulle autostrade spagnole è aumentato.

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Ufficio Stampa