Nuovo Codice della Strada....nuovo? C'è tempo! Se son rose..

CDS Copert

Se fate una ricerca sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e digitate le parole "Nuovo Codice della Strada 2013" farete la scoperta che il testo che comparirà sarà quello relativo al Decreto legislativo n°285 del 30/04/1992, ovvero il Codice della Strada formato da 240 articoli ed annesso regolamento di ben 408 articoli.

Da allora, in effetti , quel testo ha subito la bellezza di ben 70 interventi di modifica ed il più recente, prima del tanto "sbandierato" "nuovo" di luglio, è quello relativo al gennaio di quest'anno necessario per l'introduzione delle patenti europee.

In effetti il testo del "nuovo" Codice della Strada è ancora in itinere in quanto il Governo con il Decreto del "FARE" ha fissato un tempo di 18 mesi per l'elaborazione del testo: quindi gli "annunci" relativi a questo o quello, sono tali (annunci e BASTA), fatta eccezione al discorso pagamento multe con lo sconto del 30% (attenzione, questo NON vale per tutte le situazioni, alcune sono escluse).

E' un dato di fatto che il Ministero, in questa prima fase, ha ascoltato le richieste dei "produttori" di motocicli (ANCMA) i quali, visti i cali spaventosi delle vendite hanno, alfine, scoperto che quanto dicevamo da ventanni come CM, era la sacrosanta verità e si sono rimboccati le maniche per metterci rimedio.

E' ovvio che la circolazione sulla strada coinvolge molte, moltissime, variabili a tanti sono i protagonisti della stessa, dai pedoni, ai ciclisti, a noi, ai camionisti, alle forze dell'ordine, i comuni, province (ci sono, ci sono...), etc… insomma diventa difficile poter legiferare in senso compiuto ascoltando tutte queste voci.

Se si pensa poi che in ambito europeo sulla problematica delle revisioni annuali dei motocicli, la Commissione apposita del Parlamento Europeo, ha ascoltato le associazioni degli  AUTOMOBILISTI e si è rifiutata di ascoltare la FEMA ovvero l'associazione dei motociclisti europei, è tutto dire!

D'altra parte la nostra categoria non ha mai avuto una autorevolezza rappresentativa su questi argomenti, ovvero i motociclisti italiani non hanno mai fatto "sistema", bensì sono sempre stati frazionati in mille tribù, e come fu per le tante tribù Celtiche, sono destinati a soccombere ai tanti "cesari" che via via si affacciano sulla scena, i quali che decidono per loro.

Sappiamo perfettamente dagli altri Paesi (normali) che non sono né leggi, né decreti, né regolamenti che fanno sì che una società si possa definire "civile" o "organizzata", bensì sono la formazione e l'educazione delle generazioni che via via si succedono che la mantengono tale!

Va dato atto che una palese lacuna di formazione che  si manifesta nell'ambito delle scuole guida, si è cercato di colmarlo con i tanti corsi di guida sicura che, se frequentati, aiutano a prendere coscienza della guida su due ruote ed un motore, ma chi già si iscrive (non essendo obbligatori) un minimo della stessa lo ha già: in questo va dato atto che uno sforzo da parte di chi "associa" un gran numero di praticanti il motociclismo sia stato affatto, ma è sempre qualcosa che rientra nell'ambito di chi alla stessa è associato.

Cmunque sia, ben venga quindi un Nuovo Codice della Strada che tenga maggiormente conto delle peculiarità di ciclisti e motociclisti e riveda le future infrastrutture in tal senso, ma il GROSSO lavoro è da fare sulla FORMAZIONE dei motociclisti attuali, premessa questa per una maggiore OMOGENEITA' di categoria.

Forse, solo allora, potremo realmente far valere i nostri diritti come tale.

Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione