L’abbigliamento tecnico: è sempre vera sicurezza?

Paraschiena

L’abbigliamento tecnico è uno dei “cardini” per la sicurezza del motociclista e quando diciamo “motociclista” intendiamo un soggetto cosciente di cosa significhi andare in moto : chi gira in infradito, bermuda e maglietta sappiamo che non leggerà mai articoli come questo.

 

Quasi tutti gli utenti delle due ruote, tra cui molti esperti, credono che per vestire in modo corretto basti affidarsi ai grandi marchi del settore. I prezzi e i materiali tecnici giustificherebbero la sicurezza degli indumenti, ma la verità è un altra.

 

Occhi aperti ! -  Se l’abbigliamento tecnico deve svolgere la sua funzione, va scelto con attenzione. Un esempio per i tanti : EN 1621-2 è il codice di omologazione per i paraschiena protettivi per l’ uso motociclistico.Fortunatamente sono facili da trovare in commercio, ma dobbiamo fare molta attenzione all’esatta corrispondenza del codice sull’etichetta e sul manuale di istruzioni. Circolano ancora, animè, alcuni vecchi paraschiena omologati secondo la prEN1621-2:2000 che corrisponde al vecchio standard (valori residui di 25kN) che non arriva nemmeno ai livelli di sicurezza del modello attuale meno protettivo.

L’omologazione ed il relativo livello vengono stabiliti sottoponendo il paraschiena a verifiche sulle dimensioni dell’area protetta, sulla comodità del dispositivo una volta indossato, sui materiali utilizzati e soprattutto riguardo alla forza residua, simulando l’impatto con marciapiedi e altri pericoli della strada. Le prove d’impatto vengono realizzate tramite un incudine adattata allo scopo che viene lasciata cadere complessivamente 5 volte sul dispositivo. Due impatti debbono riguardare i punti deboli. Gli impatti sono tutti da 50 Joule.

Ci sono quindi due livelli di omologazione che corrispondono a due gradi di sicurezza ben differenti. (Meno forza residua significa migliore protezione).

Per essere considerato un vero e proprio “Protettore” un capo d’abbigliamento specifico per motociclisti deve essere omologato nella sua interezza secondo la specifica norma europea che disciplina i livelli di resistenza agli urti, abrasioni, strappi, etc. 

Questa “certificazione” è verificabile solo controllando la documentazione fornita con l’articolo che s’intende acquistare.Sembrerebbe tutto molto chiaro, ma così non è !

La legge non ci aiuta - La normativa sulla vendita di questo tipo di attrezzature tecniche per l’uso “non professionale” non obbliga i Produttori a omologare TUTTO il capo di abbigliamento, ma solo le singole protezioni. Le etichette di omologazione che trovate all’interno delle giacche, per esempio,  di norma si riferiscono ai soli inserti di protezione (ginocchia, spalle, gomiti, etc.), ma non all’indumento nella sua interezza. La beffa sta proprio nel fatto che è quindi difficile rendersi conto se si sta acquistando (ad esempio) una giacca omologata come “protettore” o un semplice capo di abbigliamento “accessoriato” di protezioni e visibilmente griffato da marche famose.

Il fatto che un articolo possa apparire solidissimo alla vista, anche di un esperto, non può essere garanzia universale di resistenza e sicurezza appurata dopo specifici test. Nessuno di noi dovrebbe mai sognarsi di raccomandare un capo per “sicurissimo” senza aver prima valutato l’etichetta che lo certifica ! Non esistono indumenti a metà tra l’omologato o meno, per fortuna.

Quali i rischi ? - Il rischio principale è che l’indumento vada immediatamente in pezzi in caso di caduta. Si, certo, le protezioni omologate presenti all’interno resisteranno, ma che funzione possono avere se l’abito si strappa troppo facilmente ? I soli inserti rischiano di staccarsi senza poter così assolvere la funzione per cui sono stati progettati.

Un altro rischio importante per la nostra salute è rappresentato dal possibile uso di sostanze nocive durante la lavorazione dei capi. C’è il rischio che i materiali usati per questi indumenti siano stati trattati con colori al piombo, oppure con cromo esavalente, od ancora le cerniere lampo possono essere ricoperte da nickel, sostanza a cui il 10-15% della popolazione mondiale è allergica. Attenti : i cursori delle cerniere rivestiti con nickel si riconoscono perché sembrano fatte di metallo lucido.

Se dopo aver ben sudato nella vostra tuta o giacca da moto vi accorgerete di avere dei puntini che danno prurito, o di zone della pelle irritate e calde, probabilmente ciò è dovuto a una reazione a queste sostanze.

Le procedure di omologazione prevedono controlli anche sulla qualità e la lavorazione dei materiali. Questo riduce drasticamente il rischio di imbattersi in allergeni o sostanze nocive !

Allora, che fare ? - Nel limite del possibile, bisogna tentare di acquistare materiale completamente omologato. Sono poche, ma esistono Marche che li producono. Si tratta di aziende spesso non molto famose, ma facilmente contattabili anche via internet. In caso di dubbi chiedete comunque al rivenditore, sempre che questa sia persona competente e nel settore da anni. Se la vostra intenzione è di procurarvi un indumento professionale ed il commerciante dovesse manifestare dubbi o incertezze: diffidate. In ogni caso il tessuto comunemente più resistente resta la pelle. Tutti gli altri hanno manifestato in più esperimenti la loro parziale inadeguatezza allo scopo di salvare la nostra, di pelle. Ricordatevi anche che meno cuciture ci sono è meglio è. Le giunture infatti sono in assoluto le parti più delicate : chi di noi ha esperienza ricorda certamente i primi guanti in Gore-Tex dove la “debolezza” degli stessi stava proprio nelle cuciture (il materiale in questione non ama certo le “punture” degli aghi di cucitura.....).

Sarebbe ora di finirla - Ovvero sarebbe ora che si facessero test seri (per eventuali riferimenti “tecnici” una lettura dell’editoria straniera a volte si dimostra utile...) e sarebbe ora di iniziare a informare tutti i motociclisti di questi “problemi” per far in modo che la tendenza del mercato verta a rendere la faccenda più chiara e accessibile a tutti.

Sarebbe anche ora che chi va in moto capisse che è una esperienza  sì, bellissima ma va fatta con consapevolezza dei rischi ed attrezzarsi di conseguenza !


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