I motociclisti italiani sono dei pirla!

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"Pirla": "trottola" in dialetto lombardo.

Viene usato per descrivere sia il movimento tipico della trottola ("L'è li che continua a pirlare") che per descrivere una persona che "pirla" come una trottola, quindi gira, gira, senza mai concludere nulla. Quindi un "pirla" è una persona inconcludente, passiva.

Dopo essere stato alla riunione della FEMA a Parigi è l'aggettivo che meglio rappresenta i motociclisti italiani: dei pirla!

La FEMA (Federazione Europea delle Associazioni Motociclistiche) in Italia è poco conosciuta. Magari i motociclisti Italiani conoscono meglio le varie federazioni sportive internazionali che si occupano delle varie gare motociclistiche e dei loro regolamenti, ma non sanno nemmeno che esiste la FEMA.

Eppure le attività della FEMA hanno un impatto diretto sui motociclisti Italiani, cosa che le altre associazioni non hanno. Infatti la FEMA è l'associazione che porta la voce dei motociclisti nelle decisioni prese dai vari enti e organi della comunità europea, che spesso emettono leggi relative al mondo delle moto senza nemmeno sapere di cosa parlano.

La FEMA interviene in moto attivo o reattivo.
- Agisce quando si fa promotrice di una norma di omologazione che renda i guard rail non più pericolosi per i motociclisti in caso di incidente.
- Reagisce quando da istituzioni della UE provengono proposte per cambiare le normative di costruzione dei motoveicoli per pretesuose migliorie nell'inquinamento e nella sicurezza, e coinvolge la ACEM (Associazione Costruttori Europei Motocicli) per evitare che diventino inutili leggi che farebbero solo aumentare il costo di produzione (quindi di vendita) di tutti i motoveicoli.

Queste sono alcune delle attività della FEMA, però in Italia sono in pochissimi a sapere che esiste, e sono ancora di meno quelli che sanno che il rappresentante italiano della FEMA è stato per anni il Coordinamento Motociclisti (ora Coordinamento Italiano Motociclisti).

Come presidente del CIM sono andato alla ultima riunione FEMA e mi sono vergognato della situazione italiana, di essere Italiano. C'erano associazioni di tutta Europa, a partire dalla Svezia e Islanda, fino a Irlanda, Spagna e Grecia.

Tutte associazioni con intenti analoghi al CIM, in cui i soci si iscrivono per delegare a qualcuno la tutela dei loro diritti. Diritti che non sono tutelati dalla FMI, dato che per farlo si rischia di dovere andare contro il governo corrente, e la FMI non può permettersi di farlo. Ma del resto chi si associa alla FMI non lo fa per vedere tutelati i suoi diritti, e la FMI non fa parte della FEMA.

La vergogna inizia chiedendo come sono strutturate le altre associazioni.

Svezia. Terra poco ospitale per i motociclisti. Però la Sveriges Motor Cyklister  ha il maggior numero di associati, sono 80.000. Forse hanno una tessera anche le renne.

Islanda. Nella terra dei geyser ci sono ben 10.000 motociclisti, di cui 500 sono associati alla associazione Islandese Sniglar Bifhjólasamtök lýðveldisinns, il 5% dei motociclisti Islandesi.

Questo per dirne due...

Italia. L'unica associazione che ha un grosso numero di associati è la FMI, come detto prima non è nata per tutelare i diritti dei motociclisti. Ha interesse nelle competizioni, se si vuole correre in gare si deve avere una tessera di un motoclub federato. In genere i costi di iscrizione sono di 50 euro l'anno, non credo sia veritiero affermare che tutti soci sono iscritti per scelta e passione. Molti per obbligo, per abitudine o per conseguenza di essere iscritto ad un motoclub membro FMI.

Quando poi si propone di sottoscrivere con 15 euro una tessera per una associazione che vuole tutelare i diritti dei motociclisti, però è troppo. Qualcuno dice che paga già la FMI, ma non pensa che non fa nulla per tutelare i suoi diritti. Altri dicono che se non si è in tanti non serve... ma nemmeno ci provano a capire che per arrivare ad essere in tanti, si deve partire da pochi.

Il risultato è che il CM prima e il CIM ora hanno una base di associati irrisoria rispetto ad altre nazioni. Se fossimo come l'Islanda, dovremmo avere più di 300.000 soci, visto che in Italia ci sono più motociclisti di ogni altra nazione. Il doppio della FMI.

Però i motociclisti italiani sono bravi a lamentarsi, a mettere "mi piace" sulle pagine di "protesta" di facebook, a parlare nei bar dicendo che i motociclisti sono quelli che devono sempre pagare. Ma quando si tratta di provare a fare qualcosa, allora hanno altro da fare.

Quando la UE farà delle nuove normative che poi l'Italia recepirà (come sempre) male e a casaccio, non restateci male. Siccome fino a quel momento non avete fatto altro che mugugnare, ve lo siete cercato. Ora l'avete finalmente trovato. Siatene felici!

Una manifestazione per protestare sul pedaggio autostradale che ci equipara alle autovetture? "Tanto in autostrada non ci vado..." Fate bene. Poi mettono a pedaggio la statale del passo del Rombo e nessuno dice nulla. Altre statali seguiranno...

Una manifestazione per protestare sulla mancanza di utilizzo di guard rail salvamotociclista? "Guarda, sono venuto l'anno scorso, ma quello sotto casa mia non l'hanno cambiato, non è servito". Il fatto che in alcuni comuni abbiano installato guard rail diversi non conta: in quelle strade tanto non passo.

Belle risposte... non c'è che dire: risposte da pirla!

Risposte che mostrano un individualismo senza limiti. E ce ne sarebbe una collezione senza fine. La solidarietà che dovrebbe esserci tra motociclisti e che all'estero è forte e presente, in Italia è inesistente. Ci si offende se un motociclista non risponde al saluto su una statale, ma appena si scende dalla moto ci si dimentica di esserlo.

Qualcuno si offende? Se ha fatto qualcosa per cercare di cambiare le cose, non deve offendersi, non è di lui che parlo. Ma sono davvero pochi.

Sono tantissimi quelli che sanno solo lamentarsi su Facebook ma di concretto non fanno nulla. Ma il loro lamento non ha nessun senso. Cosa credono di fare con il loro atteggiamento? Cosa credono possa cambiare se l'unica cosa che sanno fare è mugugnare? Allora smettano di lamentarsi, SIANO FELICI che le cose vanno come vanno, è anche grazie al loro individualismo che nulla potrà mai cambiare.

Ma a chi può piacere come vanno le cose? Direi solo a dei pirla!
Se non piace e non si fa nulla per provare a cambiarle, è un altro modo per essere pirla.

Questo avviene in Italia anche per tanti altre situazioni, si potrebbe dire che è indole dell'Italiano lamentarsi senza fare nulla per provare a cambiare qualcosa, ma ritengo sia davvero assurdo che avvenga anche tra motociclisti, dove dovrebbe esistere una solidarietà e uno spirito di corpo che in altri settori non c'è.

Vuoi provare a fare qualcosa per smettere di limitarti al mugugno?
Fai qualcosa per tutelare in modo ATTIVO i tuoi diritti. Per esempio puoi collaborare con il Coordinamento Italiano Motociclisti, ci sono tanti modi per farlo. Dal partecipare alle manifestazioni che vengono realizzate, magari coinvolgendo altri motociclisti, oppure impegnandosi nella associazione.

Non è una banale ricerca di sottoscrizioni, non sono i soldi quelli che fanno cambiare le cose, è l'impegno delle persone. Questo è il tentativo di risvegliare la coscienza collettiva dei Motociclisti, quelli che vogliono continuare ad esserlo anche quando non sono in sella, quella che crea quello spirito di corporazione che si accende solo per un attimo quando ci si saluta per la strada, per spegnersi subito dopo. E' la ricerca di persone che abbiano voglia di FARE e non solo di lamentarsi.

Non ti possiamo garantire che cambierà tutto, però se non altro sarai tra quelli che quando vedranno dei cambiamenti, potrai dire "è anche grazie a me, io c'ero".

E soprattutto non potranno dirti che sei uno che si lamenta, parla, parla, ma non conclude niente.
Come un pirla.