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Abbigliamento obbligatorio: una puntualizzazione

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Dopo avere ricevuto alcuni commenti del tipo "Voi fate pure come volete ma io all'abbigliamento tecnico non rinuncio" credo sia il caso di aggiungere un chiarimento: il CIM non ha mai pensato o sostenuto che l'abbigliamento tecnico sia inutile.

Il sottoscritto è il primo che ogni volta che utilizza la motocicletta indossa abbigliamento tecnico. Considerando che dopo oltre 30 anni di vita motociclistica mi ritrovo ad avere vari tipi di capi tecnici, scelgo cosa utilizzare a seconda della strada che devo fare o del clima che devo affrontare. E' proprio per questa possibilità di scelta che trovo inutile e pericoloso il volere imporre ai motociclisti cosa indossare, senza dare loro il libero arbitrio di scegliere cosa di volta in volta può andare bene.

L'abbigliamento tecnico è un ausilio importantissimo per la sicurezza dei motociclisti, ma solo quando viene indossato in seguito ad una precisa scelta del motociclista. Scelta che cambia a seconda della strada da percorrere, del clima e del tipo di moto utilizzata.

C'è da tenere anche presente che in caso di una legge in merito, l'abbigliamento da indossare dovrebbe essere conforme a questa legge, e questo lo si può ottenere solo con una normativa di omologazione. La stragrande maggioranza dei motociclisti si ritroverebbe così a dovere aggiornare il proprio guardaroba, con nuovi capi omologati, che dovranno essere cambiati anche se identici ai precedenti, e c'è da aspettarsi che costeranno di più solo per l'omologazione.

Un costo da affrontare non indifferente, anche per quei motociclisti che ritengono che una legge di questo tipo sia utile, poiché loro l'abbigliamento tecnico lo usano sempre e comunque.

Trovo inoltre privo di ogni rispetto il concetto che traspare quando lo Stato arriva a proporre di togliere ogni discrezionalità di scelta ai motociclisti,  a prescindere dalla loro esperienza, imponendo loro cosa dovrebbero indossare. Come se fossero incapaci di intendere e volere, per una presunta ricerca della loro tutela. Magari adducendo ai costi sociali derivanti dagli incidenti in cui possono incorrere i motociclisti.

Lo stesso Stato che, tutelato da monopolii, vende alcool e tabacchi. Questo ultimo è noto per indurre dipendenza ed essere tossico, fino a procurare dei tumori. Però per contrastare la nascita di nuovi tossicodipendenti (chi fuma e non riesce a smettere per via della astinenza che prova quando smette, cosa credete che sia?) o per scoraggiare chi attualmente ne fa uso, cosa fa? Mette sui pacchetti di sigarette una etichetta con scritto "il fumo uccide". E dei costi sociali del tabagismo? Non se ne parla mai!

Allora facciano la stessa cosa con i motociclisti! Una bella etichetta sul serbatoio, con scritto "La motocicletta può uccidere!" ("può" perché il fumo fa male SEMPRE E COMUNQUE, la moto no) e la piantino li.

Se proprio vogliono interessarsi dell'abbigliamento tecnico, collaborino con gli enti normativi per la creazione di normative di omologazione dell'abbigliamento tecnico, in modo che quando si va ad acquistare un capo tecnico si possa ricercare questa omologazione, che darebbe delle indicazioni sulla effettiva efficacia delle protezioni. Questo sarebbe molto più utile, e permetterebbe ai motociclisti di potere effettuare la scelta migliore fin dal momento dell'acquisto.

Marco Polli

P.S. Ricordo che la proposta di questa ipotetica legge è stata bloccata, però il solo fatto che a qualcuno sia venuta in mente ci deve portare a restare sempre attenti che non venga riproposta.

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Commenti   

0 #1 Ottorino 2012-08-30 14:25
Io ho sempre trovato paradossale che si riesca a spendere 10.000 euri per la moto ma non 100 per l'abbigliamento, così come la tendenza, di estate, sia di andare in giro in moto come se si fosse in spiaggia...
D'altra parte mi è capitato di parlare con proprietari e dirigenti di aziende che producono abbigliamento e accessori per motociclisti, ma certi discorsi non li recepiscono o non li vogliono recepire e vanno così avanti con una produzione dal velocissino ricambio ma molto lacunosa.
E i motociclisti ne fanno le spese rimanendo così tra l'incudine di scelte più o meno forzate e il martello di chi prende provvedimenti senza sapere di che parla...
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