Mar19032024

Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

Sarebbe ora di finirla

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Nei mesi scorsi la rivista Motociclismo ha realizzato una petizione per richiedere la riduzione del pedaggio autostradale per i motoveicoli. Questa petizione ha raccolto 30.000 firme, che il 7 Ottobre sono state consegnate al viceministro dei trasporti, Riccardo Nencini. 

Fino a qui tutto bene, ma ora si sta evolvendo in un modo che ritengo sbagliato e fuorviante.

Durante la consegna delle firme pare che il viceministro Nencini abbia "esortato i presenti "ad arrivare a 50.000 firme, evidenziando come sarebbe il primo caso dove una singola categoria specifica riesca a raggiungere la quota prevista dalla costituzione per la legge di iniziativa popolare".

Forse il viceministro voleva parlare solo del numero delle firme, paragonandolo al numero di firme richiesto per una proposta di legge di iniziativa popolare. Motociclismo ha però interpretato le sue parole in questo modo: "il numero 2 del ministero dei Trasporti ha promesso che non appena arriviamo a quota 50.000 può partire il disegno di legge di iniziativa popolare!" (così appare sulle mail inviate a chi ha sottoscritto la petizione)

A seguito di questo sia sui social network che sulle mail sopra menzionate sono arrivate esortazioni a firmare la petizione in questione al fine di farle raggiungere le fatidiche 50.000 firme.

Mi chiedo se sono stato l'unico a constatare quanto tutto questo sia assurdo, ma soprattutto che per una proposta di legge di iniziativa popolare, NON SERVA ASSOLUTAMENTE A NULLA!

Credo sia importante un momento di "educazione civica", per chiarire di cosa si sta parlando,

In Italia le leggi vengono approvate dal Parlamento, in seguito ad una "iniziativa legislativa" (o proposta di legge) che può essere fatta da:

  • il Governo
  • ciascun parlamentare
  • il popolo con la raccolta di 50.000 firme
  • il CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro)
  • i Consigli regionali

Per una proporre una legge di iniziativa popolare sono necessarie alcune cose:

  • Una proposta di progetto di legge
  • Dei moduli di raccolta firme, che devono essere vidimati da uffici specifici.
  • Almeno 50.000 firme, raccolte su quei moduli, e che devono essere raccolte in presenza di un pubblico ufficiale che le deve autenticare.

In rete è possibile trovare tutti i dettagli, un esempio lo trovate a questo link.

In altre parole le firme alla petizione possono essere utili per una proposta di legge di iniziativa popolare, quanto i soldi del Monopoli per fare la spesa.

A prescindere dal fatto che il testo di una petizione non ha nulla a che fare con il testo di una proposta di progetto di legge, delle firme raccolte online non hanno alcun valore per questo ambito. Devono essere raccolte con una firma autografa ed autenticata da un pubblico ufficiale, su dei moduli vidimati.

Ritengo quindi fuorviante ed illusorio proporre ai motociclisti il fatto di arrivare a 50.000 firme su una petizione online come obiettivo per arrivare ad una proposta di legge.

Ma soprattutto ritengo assurdo che tutto questo sia stato detto dal Viceministro dei Trasporti!

Ritengo infatti che per la sua mansione dovrebbe essere a conoscenza dei prerequisiti per una iniziativa del genere. Tralascio la singolarità del fatto che lo dica un esponente del governo in carica, che ha proposto di modificare (tra gli altri) l'articolo 71 della Costituzione, per portare a 150.000 il numero minimo di firme necessarie per una iniziativa di legge popolare.

Ma quello che ritengo davvero assurdo è non avere fatto caso che Riccardo Nencini è un Senatore della Repubblica, e quindi è titolato in prima persona a presentare una proposta di legge al Parlamento!

In altre parole, se riteneva interessante e lecita la richiesta di riduzione del pedaggio autostradale per i motoveicoli, invece di dire che i pedaggi li decidono le concessionarie (risposta ricevuta prima dal CM e poi dal CIM innumerevoli volte), invece di richiedere una inutile serie di firme su una petizione, POTEVA ESSERE LUI STESSO A PRESENTARE QUESTA PROPOSTA!!

In altre parole, ha raccontato una storia non vera e TUTTI se la sono bevuta!
Non so perché lo abbia fatto, potrei fare solo illazioni, quindi ognuno è ibero di darsi la sua risposta.

Il Coordinamento Italiano Motociclisti da sempre cerca di fare il "Supergiovane dei motociclisti", cercando di intervenire ovunque ci sia un motociclista in difficoltà, ovunque ci siano persone, cose, città, governi, marche di automobili che cerchino di limitare la nostra passione.

Abbiamo sempre cercato di fare proposte sensate e corrette, poiché proporre obiettivi senza basi concrete in partenza sono destinati irrimediabilmente al fallimento.
Però in questi anni molto spesso abbiamo sentito dire dai motociclisti a cui ci rivolgevamo "ci ho già provato e non è servito a niente", e facendo qualche domanda abbiamo capito che avevano partecipato a delle iniziative totalmente senza senso, poiché realizzate su basi inesistenti.

Dire che le firme di una petizione online servono per una proposta di legge di iniziativa popolare, è una di queste, ed è ora di finirla di cercare supporto dai motociclisti per proposte campate in aria. L'unica cosa che si ottiene è di dare false speranze che finiscono con l'aumentare il livello di demotivazione dei motociclisti italiani, che essendo Italiani, è già altissima.

Concludo ricordando che se apporre una fima su una petizione online è molto facile e ci vuole poco impegno, per firmare di persona una iniziativa di legge popolare ne serve molto di più. Dopo 25 anni di esperienza come associazione abbiamo constatato come abitualmente si comportano i motociclisti italiani, e l'interesse che hanno in queste situazioni. Avere 50.000 firme sulla petizione non sono assolutamente una garanzia di riuscita di una iniziativa popolare.

Meditate gente, meditate...

Il Presidente del Coordinamento Italiano Motociclisti
Marco Polli

© Riproduzione concessa citando la fonte e il link all'articolo.

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