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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Motociclista solidale: non siamo sempre sporchi, brutti e cattivi...

Besozzo Incendio

Nell'immaginario collettivo, in una società (la nostra) dove l'informazione è sovente demagogica, leggere la cronaca con attenzione riserva sempre delle sorprese;  i motociclisti salgono spesso agli onori della cronaca per gesti non sempre edificanti e quando si parla con chi in moto non va non veniamo dipinti per quello che realmente siamo.

Come sempre bastano poche pecore nere per diffamare un gregge più che sano.

Ogni anno il Coordinamento Motociclisti prima ed ora il C.I.M., ricorda un gesto si solidarietà verso gli altri come fu quello di Pier Lucio Tinazzi che invece di salire sulla sua moto e far finta di non vedere il disastro del tunnel del Monte Bianco fece il suo dovere fino in fondo perdendo la vita per questo.

Di fronte ad un evento improvviso si può scegliere la fuga ed il menefreghismo oppure la volontà d'intervenire: è questione di coscienza, quella coscienza che noi del C.I.M. chiediamo ai motociclisti che ci sostengono.

Così è stato il 27 novembre a Besozzo in provincia di Varese dove un motociclista che passava ad Olginasio alle 7.30 in via Rebuschini, resosi conto di un incendio in un appartamento, inchiodava la sua moto e si metteva a correre verso la zona dell'incendio stesso.

Pare per colpa di una stufetta, un intero appartamento aveva difatti preso fuoco, ed il centauro, guidato dalle urla di un bambino di 8 anni che gridava aiuto, interveniva per fare qualcosa.

Intanto le fiamme divoravano la casa, e nel frattempo scattava l'allarme, per cui dal Comando centrale di Varese dei Vigili del Fuoco partivano a sirene spiegate tutti i mezzi disponibili compresa la macchina del Funzionari.

Il percorso urbano era squarciato dalle sirene, bisognava volare con i mezzi, perché all'interno vi era una intera famiglia, madre, padre e tre figli, di origini Marocchine, nel loro appartamento di proprietà.

Il 118 mandava sul posto le Ambulanze, i Carabinieri e la Polizia Locale, chiudevano la strada SP50 in entrambi i sensi. 

Ma  un momento prima che arrivassero i soccorsi il motociclista aveva già messo in salvo senza pensarci due volte, l'intera famiglia.

Grazie alla prontezza dell'uomo ed alle urla del bambino, si è potuta evitare una tragedia: madre e piccoli, compreso il motociclista sono stati portati in Ospedale Cittiglio, per precauzione, per aver inalato i fumi. 

Vorremmo che tanti motociclisti che leggono questa notizia riflettessero su comportamenti che con i VALORI del motociclismo hanno poco a che fare e che capissero quanto questi facciano male a tutti noi che abbiamo questa passione.

Non basta avere una sella ed un motore e lampeggiare agli altri….dobbiamo sempre dimostrare che SIAMO motociclisti per un motivo…come in questo caso.

Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione

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