Le moto pagano meno delle auto, è già così!
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27 Nov 2013
Uno dei punti cruciali della nostra battaglia per la tutela dei motociclisti è il problema dei pedaggi autostradali che non tengono conto della peculiarità delle due ruote rispetto alle quattro. Una delle tante, assurde, risposte che riceviamo è che "non è possibile modificare la classificazione dei veicoli", ovvero le "classi" in base alle quali vengono tariffati i pedaggi.
Sulle nostre autostrade come d'altra parte anche in Marocco, motoveicoli ed autoveicoli fanno parte della stessa categoria e quindi pagano uguale.
Situazione differente quando analizziamo i pedaggi dei tunnel alpini che ci "interfacciano" con il resto dell'Europa: in questo caso i motoveicoli fanno categoria a sè ed in fattispecie la classifìcazione è "moto, moto con sidecar, moto con rimorchio" ed ovviamente pagano meno della successiva categoria che è quella delle autovetture.
Un esempio per tutti è il Tunnel del Monte Bianco dove la corsa semplice per le moto è di 26,10 euro contro i 39,40 per le autovetture: ovviamente poi chi arriva dalla Francia paga di meno in quanto le due aliquote IVA sono differenti (22% per noi, 19,60% per loro anche se dal 2014 la loro TVA passerà a 20%, ma sempre più bassa della nostra comunque).
Insomma, quanto l'Italia deve avere rapporti con il resto dell'Europa la classificazione dei pedaggi rispetta un criterio che nei Paesi di confine è consolidato, invece come si inizia a ragionare "a casa nostra" il pedaggio è allineato al Nord Africa, ovvero all'altra interfaccia, quella mediterranea: ci domandiamo, è questo il criterio che viene applicato forse?
Se l'Unione Europea dovesse varare un "pedaggio autostradale unico" (come criteri di classificazione dei veicoli) varrebbe di più la posizione dei gestori delle autostrade italiane o quella delle Nazioni d'oltralpe?
E' sempre più evidente che l'arco alpino ci divide da realtà differenti così come il muro di Berlino divideva due situazioni economiche molto diverse: al di là del muro una gerontocrazia arroccata sulla difesa delle proprie ricchezze di casta con un popolo affamato ridotto allo stremo per le tantissime privazioni, fino alla inevitabile resa, di qua dal muro le regole del mercato con la libera concorrenza e lo sviluppo economico.
Sempre più Europa significherebbe la necessaria perdita di monopoli ed anomalie del mercato così come fu per la "marca da bollo sulla patente", invenzione tutta italica che non aveva eguali nei Paesi d'oltralpe ad esempio, e sicuramente anche monopoli come la ristorazione sulle nostre autostrade dovrebbero cedere, (non c'è solo il problema dei pedaggi sulle nostre autostrade).
Per cambiare queste cose ci sono due strade: una è la protesta locale tramite adeguate manifestazioni dei motociclisti, l'altra è l'azione in sede europea per spingere sulla unificazione delle classificazione dei veicoli proprio nell'ottica della libera circolazione punto cardine dello sviluppo dell'area UE.
In Marocco nel mese di ottobre diciotto (18) differenti associazioni di motociclisti hanno organizzato CONGIUNTAMENTE (18 associazioni, ribadiamo, diciotto) una manifestazione contro l'assurda gabella della Società autostradale magrebina e la cosa non si fermerà lì pare.
Le comunità "motociclistiche" italiane NON riescono INSIEME a fare una cosa simile? Alla luce di ciò, molto probabilmente la scelta della Società Autostradale è corretta: è evidente che la scelta di dove posizionarci in ambito geografico è già stata presa da chi ci amministra…
Speriamo quindi che gli amici marocchini ottengano quanto chiediamo anche noi, così da "allinearci" tutti come area "mediterranea" in un secondo tempo!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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