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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Disobbedienza civile dei motociclisti francesi!

radar FFMC

In Francia, il governo precedente all'attuale aveva deciso di rimuovere i cartelli segnaletici che danno informativa della presenza di postazioni autovelox: sono quelli corrispondenti ai nostri cartelli di "attenzione velocità controllata!".

 

Ovviamente tale scelta espone l'utente della strada ad una mancanza di informazione e ad una maggiore possibile azione sanzionatoria in quanto non è dato sapere DOVE siano situate postazioni di autovelox fisse o mobili.

 

Oltre a rimuovere i precedenti cartelli, le autorità del Ministero dei Trasporti francese hanno sostituito i cartelli relativi alle postazioni autovelox con generici pannelli definitivi "educativi" di costo non proprio indifferente (circa 6.500 euro ciascuno).

 

In realtà tali pannelli generici che indicano la necessità di rallentare la velocità (educativi proprio per quello), dovrebbero essere progressivamente sostituiti nuovamente da cartelli che indichino le postazioni fisse di autovelox, a seguito delle proteste delle associazioni degli utenti della strada.

 

Peccato che tale situazione non avvenga, nulla si muova, ed allora i responsabili della Federazione Francese dei Motociclisti in Collera (FFMC) hanno deciso di agire autonomamente segnalando con vernice e pennello sull'asfalto DOVE siano situate le postazioni fisse, in modo da avvertire delle stesse i colleghi di sella!

 

In sostanza è stata effettuata una sorta di "mappatura dei radar" annunciata ufficialmente (è stata organizzata martedì 16 aprile 2013) con tanto di appuntamento a Lione in Place Bellecour alle 18.30) con segnalazione a chi di dovere ovviamente, e come  si può vedere dalla foto fatta in modo scientifico.

 

In realtà nel nostro Paese il problema non sono gli autovelox che potrebbero avere anche una logica in Nazioni dove i limiti di velocità sono razionali, bensì i limiti assurdi concepiti in modo subdolo.

 

Porre un limita di velocità dei 30 km orari su un rettilineo ben asfaltato, fuori dai centri abitati, magari con una linea continua di divieto di sorpasso è palesemente una "dichiarazione di guerra" nei confronti degli utenti della strada, soprattutto in caso di controlli pedanti o per l'appunto autovelox mobili.

 

Per fare queste manifestazioni, per difendersi da follìe amministrative come quelle citate, bisogna essere numerosi oltre che organizzati, ovvero le Associazioni che difendono i diritti dei motociclisti dovrebbero avere numerose adesioni che consentano di avere la forza di riferirsi all'autorità con i numeri che servono!!

In Francia è così ed i risultati si vedono, in Italia, invece…. motociclisti italiani "incazzati" dove siete??? Il C.I.M. vi aspetta fiduciosi!

 

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